L’implantologia dentale permette di riportare alla condizione originaria le parti edentule del cavo orale. Viene quindi ricostituito l’aspetto del volto con l’arcata dentaria completa e viene ripristinata la corretta funzionalità dell’apparato stomatognatico.
In questo articolo sono riassunte alcune informazioni utili sul tema dell’implantologia dentale per cercare di rispondere alle domande più frequenti.
Qui accanto riportiamo anche un sommario dove sono elencati gli argomenti affrontati e attraverso i link è possibile essere indirizzati direttamente a ciascun paragrafo.
Questo un breve sommario dei paragrafi presenti nell’articolo:
- Come si esegue un impianto dentale
- Implantologia dentale senza osso: cos’è?
- Implantologia dentale: rischi e benefici
1. Come si esegue un impianto dentale
L’impianto dentale è un dispositivo medico chirurgico che permette di sostituire uno o più denti mancanti, ripristinando la corretta funzione masticatoria e rimediando all’inestetismo causato dall’edentulia. Deve essere inserito nell’osso mascellare o in quello mandibolare, a seconda della posizione del dente o dei denti mancanti.
La gengiva viene incisa in modo tale che il medico abbia pieno accesso alla sede ossea, senza la copertura dei tessuti molli. Terminata questa fase si utilizzano delle frese dedicate con calibri e lunghezze crescenti fino alla formazione di un foro, chiamato “alveolo chirurgico”, che accoglierà l’impianto all’interno dell’osso con precisione micrometrica.
La fessura nell’osso viene ulteriormente lavorata con altre due frese, fino a raggiungere un diametro di 2,8 mm: durante l’intera operazione, l’osso viene idratato e raffreddato per evitare un surriscaldamento inutile. Il lavoro di preparazione è così concluso e bisogna solo allargare il foro con una fresa a calibro affinché sia del giusto diametro per accogliere l’impianto. La misura del diametro viene stabilita sulla base della quantità di osso del paziente.
Gli impianti dentali più utilizzati sono costituiti da una o più sezioni di forma variabile, cilindrica o tronco conica. La parte dell’impianto che si inserisce nell’osso (endossea) è fornita di spire o altri elementi accessori per favorire l’osteo integrazione.
Un impianto dentale può costituire il sostegno di una corona protesica singola oppure di un’arcata completa. Il titanio è il materiale che più si adatta al processo biologico dell’osteo integrazione, creando un legame con l’osso, senza tessuto connettivo.
Nella fase di inserimento vera e propria, il medico avvita l’impianto all’interno della fessura con il dispositivo di trasporto (mounter). Per completare l’operazione potrebbe ricorrere a un piccolo avvitatore a bassi giri, ma l’intervento può essere eseguito anche manualmente. Il dispositivo di trasporto viene successivamente rimosso e sostituito dalle viti (vite tappo, vite di guarigione) all’interno dell’impianto con una connessione perfetta. Le viti “guidano” la gengiva durante la successiva fase di cicatrizzazione.
L’ultimo passaggio dell’intervento è la chiusura della gengiva mediante l’applicazione dei punti.
La completa guarigione della gengiva avviene in un periodo di tempo compreso tra le due e le quattro settimane. Successivamente viene presa l’impronta dentale per la realizzazione di una protesi provvisoria che permette al paziente di riprendere a masticare anche con la parte in cui è stato inserito l’impianto. Questo aspetto è importante per ripristinare la funzionalità della parte e ridurre il disagio per il paziente.
· Impianto dentale: quanto dura l’intervento?
La durata complessiva dell’intervento di inserimento dell’impianto dentale dipende dalla complessità delle procedure che devono essere attuate per risolvere la situazione del paziente.
Inserire un singolo impianto dentale fisso può richiedere meno di un’ora in presenza di una quantità di osso sufficiente. Al contrario, se è necessario inserire diversi impianti in una cresta che va rialzata l’operazione durerà fino a tre ore.
· L’implantologia dentale è dolorosa?
A differenza di quanto si è portati a pensare, la risposta è no.
L’implantologia dentale viene eseguita in regime di anestesia locale e il dolore è inferiore a quello che generalmente si pensa. Infatti, più che di dolore, sarebbe corretto parlare di fastidio.
· Impianto dentale: quanto dura il fastidio?
Il decorso post operatorio dell’inserimento di un impianto dentale fisso è caratterizzato da gonfiore e lieve sanguinamento delle gengive. Per alleviare il fastidio, il dentista prescrive solitamente degli antidolorifici.
2. Implantologia dentale senza osso: cos’è?
L’implantologia dentale senza osso è una tecnica di implantologia a carico immediato mini-invasiva che non richiede l’incisione della gengiva e che, proprio per le sue caratteristiche, è adatta anche a pazienti in età avanzata, o comunque a pazienti con problemi di salute come diabete e cardiopatie.
Impropriamente chiamata “senza osso”, questa tecnica si utilizza nei casi in cui non c’è abbastanza tessuto osseo da utilizzare per l’impianto standard. Infatti, l’implantologia dentale senza osso utilizza i cosiddetti “mini-impianti”, cioè viti di dimensioni nettamente inferiori rispetto a quelle tradizionali.
Si tratta di dispositivi che si adattano alle condizioni di atrofia ossea che spesso affliggono i pazienti.
L’atrofia ossea è una condizione frequente nei soggetti più anziani, ma può anche essere conseguenza di una patologia sopraggiunta in età giovanile, come la parodontite destruente. Tuttavia, questo problema non ostacola la realizzazione di un impianto dentale.
L‘implantologia dentale senza osso è l’ideale per i pazienti che desiderano un supporto più stabile della dentiera.
3. Implantologia dentale: rischi e benefici
L’implantologia dentale non comporta rischi gravi, ma in alcuni casi possono emergere piccoli inconvenienti.
Negli ultimi anni ne ha nettamente ridotto la comparsa l’impiego di materiali biocompatibili, che permettono un’ottima osteo integrazione e si armonizzano con i tessuti molli circostanti (gengive).
Il titanio è il materiale più utilizzato per questo tipo di lavori, perché inerte e perfettamente biocompatibile. Infatti, non è biologicamente attivo e di conseguenza non causa “rigetto di impianto”. Al contrario, il rigetto si verifica nei trapianti, perché il sistema immunitario attacca il nuovo organo riconoscendolo nello stesso modo in cui riconosce virus e batteri.
Le complicanze immediate sono passeggere e poco fastidiose. Prevalentemente consistono in un po’ di gonfiore post operatorio e lieve dolore.
Le complicanze tardive si verificano dopo almeno un anno dall’inserimento dell’impianto dentale fisso. Possono insorgere mucosite, perimplantite, che è una sorta di “parodontite dell’impianto”, oppure problemi protesici di piccola entità.
Si può concludere che l’Implantologia è una branca sicura, efficiente e garantita, a patto che venga eseguita e finalizzata da dentisti esperti e qualificati.
I benefici dell’implantologia dentale non riguardano solo l’aspetto estetico, ma interessano anche la digestione, che è influenzata negativamente dall’edentulia perché il cibo non viene correttamente masticato. L’implantologia dentale odierna riduce al minimo il trauma chirurgico e nello stesso tempo ripristina la corretta funzionalità orale, oltre all’estetica complessiva della bocca.
Anche la fonazione beneficia degli interventi di implantologia dentale perché ogni dente è indispensabile per avere una buona pronuncia. Grazie all’implantologia dentale, inoltre, si impedisce ai denti vicini all’area edentula di avvicinarsi fino a occuparla, danneggiando l’intera arcata dentale.
IMPORTANTE: il fumo non fa bene agli impianti. Le statistiche ci danno ragione, soprattutto nei primi cinque anni dopo l’inserimento.
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