La cultura della prevenzione è un argomento importantissimo, anche se purtroppo in Italia è ancora scarsa. Sfortunatamente, questo problema interessa non solo gli adulti ma anche i più piccoli, per cui sempre più spesso si assiste alla necessità di intervenire su pazienti molto giovani.
Come avrete capito, in questo articolo tratteremo dell’odontoiatria pediatrica, con enfasi sulla prevenzione dentale per i bambini, l’ortodonzia (in particolare per quanto riguarda il momento giusto per intervenire) e la sedazione cosciente.
Ecco un sommario che permette una consultazione veloce di quanto verrà approfondito:
- Odontoiatria pediatrica: prevenzione dentale per bambini cosa si deve sapere
- Ortodonzia bambini: quando intervenire
- Sedazione cosciente in odontoiatria pediatrica
Odontoiatria pediatrica: prevenzione dentale per bambini cosa si deve sapere!
L’infanzia è un momento importante perché corrisponde metaforicamente a una “semina” per la vita futura del bambino.
L’odontoiatria pediatrica interviene proprio in quest’ottica, insegnando ai piccoli pazienti le corrette abitudini alimentari e di igiene dentaria.
La prima minaccia alla salute dentale dei bambini è la carie, che consiste in un attacco allo smalto dei denti da parte di batteri. La carie provoca un processo degenerativo che parte dalla superficie del dente, procede in profondità fino a compromettere la polpa dentale e se non curata porta alla caduta del dente malato. Il sintomo principale è il dolore, che però inizia a farsi sentire quando il deterioramento del dente è già in fase avanzata.
I fattori che predispongono all’insorgenza della carie sono:
- Abitudini alimentari scorrette, come l’eccessivo consumo di dolciumi. Infatti gli zuccheri semplici sono i più cariogeni.
- Alterazioni del flusso della saliva, sia nella quantità che nella qualità. Normalmente il flusso della saliva si attesta tra i 600 e i 700 ml al giorno e ha la funzione di tamponare l’acidità del cavo orale. Inoltre, la saliva è microbicida e svolge un ruolo importante per le difese immunitarie.
- Arcata dentaria disarmonica, cioè la presenza di denti storti: il cattivo allineamento dei denti determina che si formi placca difficile da rimuovere perché collocata in punti difficili da raggiungere.
Date queste premesse, acquisire delle buone abitudini fin dall’infanzia diventa un fattore essenziale per preservare la buona salute dell’arco dentario e del cavo orale anche durante l’età adulta.
Come anticipato, un ruolo chiave è giocato dall’alimentazione. Infatti, l’eccessivo consumo di zuccheri è uno dei fattori che favoriscono l’insorgenza della carie. I batteri presenti normalmente nel cavo orale si nutrono dei residui alimentari e principalmente proprio di zuccheri. Il loro ricambio energetico determina la produzione di metaboliti a Ph acido che creano dei varchi nello smalto dei denti, barriera naturale a matrice cristallina e mineralizzata che può solubilizzarsi con l’acidità.
In queste circostanze attecchisce la carie, pertanto risulta evidente come sia necessario abituare i bambini a non eccedere nel consumo di dolci: almeno fino ai 3 anni è opportuno non dare ai bambini caramelle, dolciumi, merendine, bevande zuccherate. Bisogna anche evitare di edulcorare con miele o zucchero il ciuccio e il biberon.
Un altro accorgimento da tenere presente è quello di evitare che il bambino entri in contatto con la saliva dell’adulto. La madre che assaggia la pappa e con lo stesso cucchiaino imbocca il piccolo rischia di trasmettergli lo Streptococco mutans, uno dei batteri responsabili della carie.
La pulizia dei denti nei bambini
I primi denti che popolano la cavità orale dei più piccoli devono essere lavati. A questo scopo può essere utile una garza umida. I bambini più grandi, che possono fare uso dello spazzolino, dovranno essere seguiti da un adulto durante le operazioni di pulizia. Infatti, la voglia di autonomia dei bimbi spesso non coincide con una effettiva accuratezza della pulizia.
La pulizia dei denti deve avvenire tre volte al giorno, dopo i pasti principali. Si deve insegnare ai bambini che lo spazzolino va utilizzato come una sorta di scopa per rimuovere i residui alimentari e la placca dallo smalto dei denti. I denti vanno spazzolati dall’attacco con le gengive verso l’esterno, quindi dall’alto verso il basso per l’arcata superiore e dal basso verso l’alto per l’arcata inferiore.
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PLACCA DENTALE
La placca dentale è un elemento nocivo per la salute dei denti e una corretta pulizia delle arcate dentarie può contrastarne la formazione. La placca si forma negli spazi interdentali, nelle superfici occlusali, nelle irregolarità dello smalto e nel colletto dentale, cioè lo spazio tra la gengiva e il dente.
La placca è costituita da una sostanza opalescente che si deposita sulla superficie dei denti. Nella fase iniziale si forma una pellicola di sostanze idrofobe e macromolecole (glicoproteine salivari) che aderisce allo smalto del dente e attrae i batteri. La patina dentaria viene colonizzata da microrganismi che possono così iniziare la loro azione corrosiva non appena lo smalto dentale viene sottoposto a demineralizzazione per la presenza di acidità.
I batteri che si infiltrano nella placca dentale sono perlopiù streptococchi, come lo Streptococcus mutans, fusobatteri e actinobatteri. Questi germi sono dotati di strutture proteiche chiamate adesine e coadesine, che facilitano l’aderenza alla superficie dentale, come suggerisce il loro stesso nome.
Con il passare del tempo sempre più batteri ispessiscono la placca che si arricchisce anche di sostanze salivari e cellulari dell’ospite fino a diventare una complessa matrice. A questo livello di sviluppo la patina dentaria comprende anche specie batteriche anaerobiche e altri microorganismi progressivamente si adattano all’anerobiosi e producono così nuovi acidi organici. Lo smalto dei denti si indebolisce e inizia a essere eroso. In questo modo prende avvio il processo della carie.
· LA FLUOROPROFILASSI
La fluoroprofilassi è l’assunzione per via topica o sistemica di fuoro. Durante l’infanzia, con la formazione della struttura dentale (amelogenesi), avviene la sintesi di fluorapatite, una variante delle idrossiapatite che costituisce normalmente lo smalto dei denti.
Nella fluorapatite il fluoro sostituisce ioni idrogeno determinando in questo modo una maggiore resistenza alla demineralizzazione che consegue all’attacco degli acidi e della placca batterica.
La componente minerale dello smalto dei denti è costituita da calcio, fosforo e fluoro. Il fluoro si trova nella saliva ed è normalmente assunto tramite l’acqua potabile e alcuni alimenti come pesce, frutti di mare, patate, cereali, spinaci e altri vegetali: una dieta varia ed equilibrata è dunque sufficiente a garantire il giusto apporto di fluoro all’organismo.
Per i bambini, tuttavia, può essere utile l’assunzione di fluoro per via topica, cioè con l’uso di dentifrici al fluoro. L’assunzione per via sistemica, cioè attraverso gocce o pastiglie di fluoro, è invece dal valutarsi accuratamente. Infatti, un eccesso di fluoro può determinare un quadro patologico chiamato “fluorosi” che dà origine a discromie dello smalto dentale.
· UN METODO DI PREVENZIONE: LA SIGILLATURA
La sigillatura è un intervento dentistico che viene praticato sui bambini non appena erompono i denti permanenti. In particolare viene effettuato sui molari con l’obiettivo di prevenire l’insorgenza di processi cariogeni.
Infatti, i bambini faticano a mantenere un’accurata igiene dentale perché hanno una manualità più limitata e un’attenzione inferiore rispetto a quelle di un adulto. In più i molari presentano molti solchi profondi che facilitano il depositarsi di placca e la comparsa della carie.
Il procedimento della sigillatura consiste proprio nel “sigillare” i solchi caratteristici dei molari, così che non vi possa attecchire la carie. A tale scopo vengono utilizzate resine composite o cementi vetroionomerici. Questi materiali sono in grado di aderire allo smalto dei denti senza che sia necessaria una preparazione meccanica. Allo stesso tempo, tuttavia, è necessario controllare l’umidità durante la sigillatura perché può compromettere la corretta aderenza al dente e favorire la formazione di carie.
Ortodonzia bambini: quando intervenire
L’ortodonzia non interessa solo gli aspetti estetici di una dentatura ben allineata. Il suo campo di azione è ben più ampio e ha a che fare con la salute complessiva della persona. Infatti, l’ortodonzia si occupa del corretto rapporto osseo tra i mascellari ospitati fra le arcate dentarie e dell’allineamento dei denti, che a seconda dei casi deve essere mantenuto, corretto o ripristinato.
L’obiettivo che viene perseguito consiste nell’ottenere il benessere di una giusta funzione masticatoria, fonatoria ed estetica.
Lo scopo precipuo dell’ortodonzia può essere dunque riassunto nel conseguire la perfetta omeostasi dell’intero apparato stomatognatico.
Intervenire precocemente durante l’infanzia permette di correggere anomalie che porterebbero a malocclusione. Infatti, dà la possibilità di individuare la giusta procedura per risolvere il problema nel più breve tempo possibile e con una spesa più contenuta. È consigliabile sottoporre i bambini alla prima visita ortodontica intorno ai 7 anni di età, o anche prima, se si verificano disturbi legati a malocclusione.
· L’ORTODONZIA INTERCETTIVA
L’approccio dell’ortodonzia può essere distinto in due fasi: la prima riguarda l’identificazione di tutte le anomalie miofunzionali per cui si parla di “ortodonzia intercettiva”, la seconda interviene quando la dentatura permanente è completata o sta per essere completata.
L’ortodonzia intercettiva opera parallelamente ai trattamenti logopedici e osteopatici che possono rendersi necessari. Interviene su pazienti tra i 5 e i 9 anni di età, quando c’è ancora una dentatura mista di denti decidui e denti permanenti. L’obiettivo delle procedure di ortodonzia intercettiva è contrastare forze muscolari che possono influenzare negativamente lo sviluppo delle ossa mascellari, per esempio determinate sollecitazioni della lingua. In questi casi vengono utilizzati apparecchi mobili detti “funzionali” e vengono prescritti esercizi di rieducazione dei movimenti della lingua e dei muscoli periorali.
Nella fase successiva l’ortodonzia interviene sulla dentatura permanente mediante apparecchi fissi (brackets) che possono essere di vario tipo e richiedere tempi più o meno lunghi per completare la correzione. Nella maggior parte dei casi la durata del trattamento varia dai 12 ai 18 mesi. I dispositivi fissi possono essere in metallo, in ceramica oppure in materiale plastico negli apparecchi invisibili.
· UNA DIAGNOSI CORRETTA
Il punto di partenza imprescindibile per un trattamento ottimale è una diagnosi corretta. Per ottenerla è necessario basarsi su una ortopantomografia, una teleradiografia latero-laterale, foto intra ed extra orali, impronte delle arcate dentarie dalle quali viene creati un modello in gesso della bocca.
- L’ortopantomografia è più nota con il nome di “radiografia panoramica delle arcate dentarie”, nel parlato semplicemente “panoramica”.
Si tratta di una tecnica radiografica che dà un’immagine complessiva dei denti, delle arcate dentarie, delle ossa mandibolari e mascellari, dei seni mascellari su un’unica pellicola radiografica. Permette di ottenere specifiche radiografie delle articolazioni temporo-mandibolari, cioè quelle dove l’osso mandibolare è congiunto con l’osso temporale attraverso il meato acustico esterno, condotto che collega il padiglione dell’orecchio con l’orecchio medio.
- La teleradiografia utilizza raggi praticamente paralleli che investono gli organi da analizzare in modo da ottenere un’immagine radiografica di grandezza quasi pari a quella anatomica.
Questa condizione è realizzabile mettendo il tubo sorgente a distanza relativamente grande dal paziente. Il teleradiografo, cioè il dispositivo utilizzato per questo esame, è costituito da uno stativo mobile o fisso a terra su cui viene montata la cassetta radiografica. Ci sono anche teleradiografi complessi che dispongono di un telaio portacassette montato su dispositivi elettronici adatti ad analisi del paziente in diverse posizioni e con diversi gradi di rotazione del corpo.
- Le impronte delle arcate dentali sono uno strumento importantissimo per l’ortodonzia. Infatti, le impronte dentali riproducono integralmente o parzialmente le arcate dentali del paziente in modo da ottenere un modello in gesso o digitale computerizzato che costituisce il riferimento fondamentale per la progettazione dell’apparecchio ortodontico (negli adulti, le impronte dentali vengono utilizzate anche per individuare il corretto posizionamento di impianti dentali cui connettere una protesi e per la realizzazione della protesi stessa).
Per prendere le impronti dentali ai pazienti viene utilizzato una sorta di cucchiaio in metallo o in silicone, di forma anatomica, riempito con una pasta speciale morbida. Il cucchiaio viene inserito nella bocca del paziente in modo tale che i denti penetrino nella pasta morbida lasciando la loro impronta. In pochi minuti la pasta si indurisce e il cucchiaio deve essere rimosso con precauzione perché le impronte non siano alterate. Per ottenere il modello della forma dei denti del paziente l’odontotecnico fa colare il gesso o la resina nel calco realizzato con la pasta speciale.
Sedazione cosciente in odontoiatria pediatrica
L’angoscia e il timore del dentista possono costituire un ostacolo importante per i bambini, così come la fatica di tenere la bocca aperta per molto tempo e l’accentuato riflesso del vomito.
In questi casi è utile ricorrere alla sedazione cosciente con ossigeno e protossido d’azoto, una tecnica di analgesia sedativa. Si tratta di una pratica utile quando si deve intervenire su bambini molto piccoli o traumatizzati da una precedente esperienza negativa dal dentista.
Negli Stati Uniti e in Canada la sedazione cosciente è diffusa e usata dalla maggior parte degli odontoiatri. In Italia c’è da qualche anno e viene eseguita sia nell’ambito dell’odontoiatria pediatrica che in quello dell’odontoiatria per adulti.
La sedazione cosciente elimina gli aspetti sgradevoli della seduta dal dentista. L’ansia, la paura e il disagio legati all’intervento vengono rimossi, ma il paziente rimane vigile e collaborativo. Un apparecchio apposito miscela ossigeno e protossido d’azoto. Attraverso una mascherina profumata il piccolo paziente inala il composto e nel giro di 3 – 5 minuti si ottiene l’effetto sedativo.
Grazie alla sedazione cosciente l’odontoiatra può procedere all’intervento in sicurezza senza la preoccupazione di causare dolore al bambino e intimorirlo. La metabolizzazione del protossido d’azoto avviene rapidamente, nel giro di uno o due minuti.
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