La parodontologia è la branca delle scienze odontoiatriche che si occupa dei tessuti del parodonto e delle loro patologie.
Il parodonto è costituito dalle gengive, dall’osso alveolare, dal cemento radicolare e dal legamento parodontale. Il cemento radicolare è un tessuto che avvolge le radici dei denti, mentre il legamento parodontale è una struttura anatomica collocata tra le radici e l’osso alveolare, preposta a distribuire uniformemente le forze che intervengono nella masticazione.
Se il parodonto si ammala i rischi per la salute della bocca sono alti. Per intervenire prontamente ed evitare di perdere i denti, è necessario apprendere le buone pratiche per la prevenzione primaria: un’igiene dentale corretta è infatti l’aspetto essenziale e più importante, tuttavia è bene conoscere anche i possibili sintomi della piorrea.
In questo articolo affrontiamo questi ed altri aspetti relativi al tema della parodontite, compresa la diagnosi, la cura e le conseguenze di questa malattia.
Per facilitare la lettura, potete orientarvi all’interno dell’articolo grazie al sommario: ciascuna voce è collegata al paragrafo dedicato.
- La parodontite o piorrea: quando e perché
- Come riconoscere la parodontite
- Prevenzione primaria: Igiene dentale vs. Parodontite
- Diagnosi e Cura della parodontite
- La terapia causale in parodontologia
- L’importanza di curare la parodontite: conseguenze
La parodontite o piorrea: quando e perché
Una semplice gengivite può alla lunga trasformarsi in parodontite, soprattutto nel caso di pazienti che hanno una predisposizione genetica e familiare per questa patologia.
La placca batterica ne è la principale responsabile: è risaputo che il cavo orale sia il luogo naturalmente ideale per la proliferazione dei batteri, grazie a condizioni favorevoli come la presenza di perenne umidità. Alcune delle oltre 300 specie di microbi che si trovano nella bocca di ognuno di noi possono provocare la piorrea quando si verifichino alcuni presupposti, come la predisposizione o la suscettibilità alla malattia parodontale. Oltre a queste, tuttavia, alcuni fattori possono favorire lo sviluppo della parodontite o aggravarla:
- L’igiene orale risulta determinante: se inadeguata, è a tutti gli effetti la prima causa di parodontite (in particolare per il tartaro sopra e sotto gengivale);
- Il fumo della sigaretta è un secondo aspetto e interessa coloro che ne fumano 10 o più al giorno. Il rischio di malattia aumenta esponenzialmente e, una volta affetti, l’avanzamento è molto più rapido, oltre ad avere un decorso più aggressivo e limitare gli effetti della cura;
- Lo stress indebolisce le difese immunitarie, motivo per cui favorisce anche la manifestazione della piorrea;
- Parafunzioni: ad esempio il digrignamento dei denti o il serramento durante la notte (bruxismo);
- Patologie sistemiche: di cui le principali sono il diabete e le deficienze immunitarie congenite o acquisite;
- Predisposizione genetica: circa il 30% della popolazione mondiale ha un genotipo che predispone alla malattia parodontale.
Come riconoscere la parodontite
La malattia parodontale è una patologia cronica e inizialmente indolore, i cui primi sintomi non hanno tratti particolarmente caratteristici. A differenza di carie o patologie di altro genere, infatti, la piorrea è perlopiù asintomatica, di conseguenza non è così semplice da individuare.
Esistono tuttavia dei segnali che, anche se comuni, potrebbero far pensare ad un inizio di parodontite:
- PRESENZA DI SANGUE DALLE GENGIVE durante le operazioni quotidiane di spazzolamento dei denti
- GENGIVE GONFIE, in particolare ai margini
- ALITO CATTIVO
Oltre a questi, alcuni fattori più importanti dovrebbero far scattare un campanello d’allarme in quanto indizi di qualcosa di più serio, convincendo chiunque a rivolgersi subito a dentisti specializzati in parodontologia o quantomeno ad un odontoiatra (essendo il medico che tratta le varie patologie che interessano i denti). Questi sono:
- SPOSTAMENTO DEI DENTI con conseguente formazione di spazi più o meno ampi (tasche e diatemi)
- RECESSIONI DELLE GENGIVE
- IPERSENSIBILITÀ dei denti agli sbalzi di temperature
- ASCESSI a livello del parodonto
- Aumento della MOBILITÀ DEI DENTI
- ALITO CATTIVO PERSISTENTE
Prevenzione primaria: Igiene dentale vs. Parodontite
L’infiammazione cronica dei tessuti del parodonto porta dunque alla distruzione dei tratti che permettono di unire i denti e le gengive, provocando il riassorbimento dell’osso e causando la piorrea.
Una bocca curata tramite una corretta igiene orale evita l’insorgenza di tale patologia, salvo in alcuni casi dove sia presente una predisposizione genetica. Per questo motivo, tutti i dentisti specializzati in parodontologia, qualunque odontoiatra e medico competente, consigliano di effettuare 3 volte al giorno le operazioni di spazzolatura dei denti e utilizzare quotidianamente il filo interdentale, lo scovolino e spesso anche l’idropulsore: la placca batterica in breve tempo tende a calcificare, quindi non dovrebbero trascorrere mai più di 8 ore tra uno spazzolamento e l’altro.
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Se vedete del nero alla base dei denti, si tratta del tartaro sottogengivale che ha assunto questo colore a seguito dell’ossidazione dell’emoglobina (contenuta nel sangue perso a causa della gengivite) e/o di cromofori che si accumulano per l’ingestione di bevande colorate, tipo vino, coca cola, caffè, tè ecc. Il tartaro nero, a volte, è anche il principale responsabile della perdita di attacco parodontale e osseo e causa un’alitosi persistente.
Per prevenire tutto questo, è fondamentale sottoporsi a sedute di ablazione del tartaro una volta ogni 6 mesi, come raccomandato da qualunque odontoiatra e medico parodontologo.
Diagnosi e Cura della parodontite
I dentisti specializzati in parodontologia provvedono inizialmente ad un’attenta diagnosi che, se effettuata nelle prime fasi della malattia parodontale, può portare a bloccare il processo e a ripristinare la normalità. Una diagnosi professionale richiede degli ausili specifici che, in tal caso, sono rappresentati dall’analisi radiografica e dal sondaggio delle eventuali tasche parodontali, oltre ad eventuali altri processi specifici, quando necessari (es. il test salivare).
Se dunque la diagnosi rivelasse la presenza della patologia, ci sono diversi modi per intervenire:
- Una o più sedute per l’accurata rimozione di placca e tartaro dalle tasche gengivali – non la classica ablazione del tartaro, ma un’operazione completa di curettage gengivale (scaling) e levigatura delle radici (root-planing) – è la diretta alternativa all’intervento chirurgico, quando la situazione si presenti ad uno stadio intermedio;
- La terapia causale in parodontologia: approccio moderno che si fissa come obiettivo quello di eliminare gli eventuali fattori di rischio che portano all’insorgenza di malattie a livello del parodonto considerando diversi aspetti, anche a livello motivazionale.
La terapia causale in parodontologia
In dettaglio, la terapia causale in parodontologia si suddivide in diversi step:
- Informare, motivare e istruire il paziente circa la prevenzione primaria rappresentata dall’igiene dentale corretta. L’informazione contempla alcune indicazioni sulla storia clinica di questa malattia, oltre all’individuazione dei comportamenti errati e da correggere;
- Terapia non chirurgica consistente nella rimozione di placca e tartaro in profondità tramite metodi quali ultrasuoni e strumenti manuali (scaling e root-planing). Ultimati questi processi, viene effettuata una lucidatura di tutte le superfici per limitare l’accumulo futuro di placca e tartaro;
- Eliminazione dei fattori ritenuti cause della formazione della placca: ad esempio carie, otturazioni o protesi incongrue, in quanto potrebbero provocare delle infiltrazioni o margini debordanti che ostacolano il ripristino di una situazione compatibile con la salute orale;
- Chirurgia parodontale e muco – gengivale è una delle soluzioni per casi specifici e consiste nella correzione dei tessuti molli e nel ripristino, quando possibile, dei volumi ossei. Si associa anche alla LASER terapia e LASER CHIRURGIA per la sterilizzazione delle tasche, ecc.
- Estrazioni dei denti irrecuperabili in quanto potrebbero compromettere il lavoro sul cavo orale.
Seguendo un adeguato protocollo di mantenimento, la terapia causale in parodontologia rappresenta una soluzione efficace e duratura per combattere questo tipo di malattie.
Tale trattamento interessa naturalmente un tempo variabile, non troppo lungo per evitare la reinfezione dei siti trattati, durante il quale si susseguono diversi appuntamenti con i dentisti specializzati in parodontologia.
L’importanza di curare la parodontite: conseguenze
Come anticipato, la malattia parodontale può creare dei disagi enormi per il paziente che ne è affetto. La perdita precoce dei denti, stadio finale della piorrea, ha conseguenze che non riguardano solo il piano funzionale (limitando notevolmente la capacità di masticare) ma anche quello estetico, dato che portano ad un’evidente modifica dei lineamenti facciali (labbra e sorriso). Ultimo ma non meno importante, il lato psicologico: non poter sfoggiare un bel sorriso comporta infatti una perdita di confidenza, quindi la difficoltà di relazionarsi con gli altri per il timore che qualcuno noti la mancanza dei denti.
Negli anni sono stati condotti diversi studi sulla piorrea e alcuni di essi hanno evidenziato delle relazioni con altre malattie di natura sistemica. In tal senso, chi fosse affetto da parodontopatie sarebbe più soggetto allo sviluppo di problemi a livello cardiovascolare e all’osteoporosi. Inoltre, le donne in gravidanza potrebbero riscontrare dei problemi con neonati prematuri o sottopeso.
Questo dimostra l’importanza di non sottovalutare mai situazioni apparentemente innocue. La prevenzione primaria tramite igiene dentale dev’essere una priorità, proprio perché la parodontite è una malattia inizialmente asintomatica ma degenerativa e, aspettando la manifestazione di sintomi più gravi, si potrebbe arrivare ad intervenire troppo tardi.
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